16.11.2021 – Nell’UE quasi 18 milioni di minori sono a rischio di povertà o di esclusione sociale. In Italia, sul totale dei bambini con meno di 6 anni in tutto il periodo 2000-2019 quasi un terzo è risultato costantemente a rischio di esclusione sociale – tale percentuale è scesa al 25,6% solo nel 2019 – con un ritardo rispetto agli altri Paesi UE-28 pari a circa 5 punti.
Con la Raccomandazione n. 1004 del 14 giugno 2021 il Consiglio dell’UE ha istituito la Garanzia europea per l’infanzia (European Child Guarantee), riconoscendo quale strumento prioritario per prevenire e combattere l’esclusione sociale e la povertà infantile l’accesso all’educazione e cura della prima infanzia, all’istruzione e alle attività scolastiche. L’Italia è stata inserita nel gruppo dei Paesi target per l’attuazione della fase pilota del programma, al fine di individuare possibili modelli di intervento. Inoltre, la strategia di Child Guarantee è ripresa nel Piano nazionale degli interventi e dei servizi sociali di agosto 2021 del Ministero del Lavoro e delle politiche sociali.
Nel paper Dal sistema di garanzia dell’infanzia ai patti educativi di comunità, curato dalla Struttura Economia civile e processi migratori, è proposta una prima ricognizione di questi recentissimi dispositivi e della loro traduzione in pratiche territoriali; la Child Guarantee viene connessa al tema della sperimentazione dei Patti educativi di comunità, previsti dal Ministero dell’Istruzione già nel Piano scuola 2020-2021, in cui gli accordi tra scuole, realtà del Terzo settore, enti locali, istituzioni pubbliche e private sono considerati strumenti efficaci per il contrasto alla povertà educativa e alla dispersione scolastica.
Come mostrato nel paper, l’utilizzo di approcci partecipativi e la valorizzazione delle risorse già presenti sul territorio rappresentano punti di forza che sarà opportuno tenere sotto osservazione nel corso del tempo, anche in ragione della rilevanza loro riconosciuta dal PNRR.
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