Le professioni comprese in questa unità conducono ricerche, test, esperimenti ed analisi qualitative e quantitative su sostanze naturali o di sintesi, ne individuano la composizione e le variazioni chimiche ed energetiche, individuano ed applicano metodi di indagine, formulano teorie e leggi sulla base delle osservazioni; migliorano le sostanze e ne sintetizzano di nuove. L'esercizio della professione di Chimico è regolato dalle leggi dello Stato.
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Nuovo sistema di competenze
[TEXT1] Le competenze specialistiche che i chimici dovranno possedere nel prossimo decennio non subiranno modifiche rilevanti, poiché anche nella chimica verde serviranno le competenze di base tradizionalmente possedute da questa figura professionale, che saranno però applicate alle materie di origine vegetale (bioeconomia) anziché alle fonti fossili. Tali competenze dovranno, quindi, essere aggiornate in termini di contesto di applicazione, che non sarà più soltanto la fase di produzione, ma anche il recupero di terre rare, metalli e materiali preziosi, in un’ottica di economia circolare. In ascesa per il futuro anche la richiesta di competenze interdisciplinari, in particolare quella chimico-fisica e quella biochimica.
[TEXT2]
Ridefinizione degli assetti professionali
[LISTA 2]Si tratta di una figura professionale in ascesa per il futuro, dal momento che la chimica può e deve giocare un ruolo guida in questo periodo storico caratterizzato dalla transizione dall’economia lineare all’economia circolare e dai combustibili fossili alle energie rinnovabili e può contribuire a risolvere problemi urgenti come la conversione delle energie rinnovabili in energie di uso finale e il recupero dei materiali. La chimica rivestirà, dunque, un ruolo fondamentale per un’economia sostenibile e circolare, che consenta di ridurre gli sprechi (di materia e di denaro) e di evitare danni ambientali. Gli stessi progressi dell’economia circolare dipendono, in larga misura, proprio dallo sviluppo di una chimica analitica dei rifiuti (dai processi chimici di recupero di materie utili dai rifiuti). I chimici potranno, quindi, lavorare in nuovi campi di sviluppo, che vanno dai nuovi materiali all’energia (a supporto della transizione energetica, già avviata, dai combustibili fossili alle energie rinnovabili) fino alla chimica verde. Molte le possibili applicazioni della chimica in una prospettiva di economia circolare: dai prodotti bio-based (biocarburanti, biolubrificanti, ecc.) alle nuove soluzioni di packaging per alimenti, dall’isolamento termico degli edifici ai prodotti rigenerati e riciclati (oli minerali esausti rigenerati, recupero e riciclo delle materie plastiche, nylon rigenerato da rifiuti post consumo e di produzione, ecc.). Con specifico riferimento all’ambito del ciclo dei rifiuti, poi, il successo delle imprese del riciclo appare oggi strettamente connesso alla conoscenza dei caratteri chimici e fisici dei vari materiali da trattare, che rappresentano uno dei più importanti flussi della materia ed energia che entrano nell’economia ogni anno. Tutte le attività e i compiti svolti dal chimico, dunque, acquisiranno maggiore importanza e dovranno evolversi in futuro ed essere realizzate in ottica di circolarità. Tale professionalità, sia in senso stretto che riallineata verso la chimica sostenibile, resta peraltro centrale in molti settori tradizionali ma sui quali la green economy ha un impatto significativo: industria, mondo accademico e di ricerca, Pubblica Amministrazione ma anche comparti come la finanza e le assicurazioni, in cui questa figura appare opportuna in ragione del tema delle fideiussioni obbligatorie e delle polizze per danno ambientale/contaminazioni, ecc. Infine, in virtù del crescente fabbisogno di competenza interdisciplinare (chimico-fisica, biochimica, ecc.) rispetto a questa figura, si suggerisce di inserire tra gli esempi di professioni anche quella del chimico biotecnologico.
[TEXT3] Di seguito i principali compiti che caratterizzano la UP individuata, così come risultanti dall'Indagine Campionaria sulle professioni realizzata congiuntamente dall’Isfol (ora INAPP) e dall’Istat nel 2014. Segue, il dettaglio delle indicazioni dei partecipanti al Tavolo in merito all'esistenza eventuale di compiti innovati rispetto a quelli già presenti e/o di compiti completamente nuovi.
- coordinare e/o realizzare esperimenti in laboratorio, analisi chimiche, preparazione di nuovi composti
- gestire e/o supervisionare le attività di laboratorio
- ricercare o scegliere le attrezzature, i materiali o i prodotti
- effettuare analisi o test (sulle caratteristiche dei materiali, sui prodotti, ecc.)
- individuare principi attivi
- eseguire sintesi chimiche
- purificare prodotti di sintesi o estratti
- elaborare schede di lavorazione
- sviluppare nuovi prodotti, prototipi o formule chimiche
- controllare o gestire la corretta applicazione delle norme sulla sicurezza
- analizzare o elaborare dati o informazioni
- predisporre e presentare progetti di ricerca scientifica
- coordinare o partecipare a gruppi di lavoro o di ricerca
- curare i rapporti con enti o soggetti esterni (es. laboratori, fornitori, ecc.)
- I compiti tradizionalmente assegnati ai chimici e professioni assimilate (lo studio del problema, la raccolta di informazioni e i campionamenti, le analisi sui campioni e la valutazione dei risultati, le sperimentazioni in laboratorio, redigere rapporti di ricerca, ecc.) saranno ancora necessari e validi, ma si dovrà progressivamente abbandonare la chimica tradizionale per avvicinarsi alla chimica verde e ai nuovi materiali di riuso. Nell’ambito specifico dei rifiuti, sembra opportuno integrare alcuni compiti (in corsivo le modifiche): effettuare analisi o test (sulle caratteristiche dei materiali, sui prodotti, sui rifiuti, ecc.); controllare o gestire la corretta applicazione delle norme sulla sicurezza in materia di classificazione dei rifiuti e/o scarti di produzione
- A fronte dell’evoluzione del ruolo delineata e della prospettiva di economia circolare e di sostenibilità che dovranno caratterizzare questa figura, si ritiene opportuno integrare i compiti già identificati con ulteriori compiti, che si riportano a seguire: misurare e valutare l’impatto sull’ambiente e sulla salute di sostanze e processi chimici (in particolare, alla luce del regolamento REACH adottato dall'Unione europea per migliorare la protezione della salute dell'uomo e dell'ambiente dai rischi delle sostanze chimiche); analizzare e valutare siti inquinati, anche a fini di bonifica; gestione e valorizzazione delle biomasse; conoscere gli standard tecnici di prestazione; promuovere l'innovazione tecnologica nel proprio ambito di attività; certificare la qualità della materia seconda e della materia prima, garantendo che la materia prima seconda rispetti standard di garanzia pari alla materia prima vergine
Tendenze del cambiamento rispetto alla rappresentazione attuale della Unità Professionale(*)
[TEXT4] Per quanto riguarda le conoscenze e le skill esse sono state analizzate per verificare la direzione assunta dal cambiamento anche in termini di incremento, mantenimento o diminuzione del peso di ognuna di esse, a partire da come sono attualmente declinate nella banca dati e relative alla Figura Professionale considerata. Le due tabelle seguenti contengono le prime 10 conoscenze e le prime 10 skill così come risultanti dall'Indagine Campionaria citata. In alcuni casi esse sono più di 10 in ragione del fatto che si è scelto di utilizzare il 10° valore, che in alcuni casi può riguardare più una conoscenza o skill. L'ordine delle conoscenze e delle skill è determinato dal fattore importanza.
[TEXT5] In alcuni casi sono indicate ulteriori conoscenze e competenze che i partecipanti al Tavolo hanno considerato come necessarie nel futuro scenario e non presenti tra le prime 10 individuate dall'Indagine.
[TEXT6] INDICAZIONI PER IL SISTEMA DELL’EDUCATION
È necessario per questa figura un aggiornamento professionale continuo rispetto ai nuovi composti e materiali sostenibili e di riuso. Pertanto, sarebbe opportuno che i corsi di laurea in Chimica inserissero i nuovi materiali e composti chimici come oggetto di studio specifico e tenessero conto dell’evoluzione verso la chimica verde o, in alternativa, che si realizzasse una formazione specialistica post lauream (master e/o dottorati). Oltre alla laurea specialistica sarà, infatti, sempre più necessario in futuro acquisire che i chimici che si troveranno ad operare nell’ambito del ciclo dei rifiuti abbiano competenze post lauream relative ai principi dell’economia circolare, per le quali sarà necessario prevedere percorsi formativi di specializzazione ad hoc.La formazione di questa figura dovrò, inoltre, necessariamente fornire ai chimici conoscenze nei seguenti ambiti: elementi di diritto dell’ambiente (nazionale e comunitario); normativa ambientale regionale, nazionale e comunitaria, sulla gestione dei rifiuti e degli scarichi civili e produttivi; normativa sulla tutela della salute e sicurezza dei lavoratori in tutti i settori di attività pubblici e/o privati e conoscenza della lingua inglese (a livello tecnico scientifico).
- metodi di analisi dei dati gestionali interni per l’assunzione delle decisioni strategiche;
- metodi e tecniche di controllo delle modalità di creazione dei flussi economici aziendali;
- analisi di fattibilità degli investimenti nelle imprese della ricettività;
- balanced scorecard nel business dell’ospitalità;
- prodotti e caratteristiche della produzione per persone disabili;
- tecniche di approccio, di relazione e di animazione per le persone con disabilità.
[LEGENDA] Fonte: INAPP in collaborazione con esperti di settore delle istituzioni, parti sociali e mondo imprenditoriale ed accademico