Le professioni comprese in questa unità conducono ricerche e applicano le conoscenze esistenti per la produzione e l'utilizzo razionale dell'energia nei settori industriale e civile; studiano nuovi metodi di conversione dell'energia a partire dalle fonti primarie disponibili in natura, conducono ricerche su nuovi sistemi e vettori energetici e sulle problematiche del risparmio energetico e dell'impatto ambientale. Sovrintendono e dirigono tali attività.
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Nuovo sistema di competenze
[TEXT1] Per poter operare nell’ambito del ciclo dei rifiuti e, più in generale, della green economy, l’ingegnere energetico nel futuro dovrà avere specifiche competenze in materia di energia da fonti rinnovabili e di efficientamento dei processi di conversione energetica da fonti tradizionali. Come per gli altri ingegneri risulterà utile prevedere competenze specifiche in eco-design, ovvero la capacità di progettazione a basso impatto ambientale, secondo criteri di impiego minimo di materie prime e di energia, in una logica di riduzione dei consumi (di nuovo, di energia e risorse ambientali) ed emissioni e di facile riconversione dei prodotti progettati una volta che questi hanno esaurito le loro capacità di impiego.
[TEXT2]
Ridefinizione degli assetti professionali
[LISTA 2]Gli ingegneri energetici possono operare in contesti assai differenziati (aziende ESCO-Energy Service Company, laboratori ed enti di ricerca nel settore delle tecnologie energetiche, aziende di produzione dell’energia, ecc.), svolgendo una molteplicità di attività che vanno dallo studio dell’uso razionale dell’energia nei settori industriale e civile a quello delle tecnologie, della ricerca e dell’innovazione riguardanti le fonti energetiche fossili (petrolio, carbone, gas), le rinnovabili e l’energia nucleare, dal facility management all’ingegneria degli impianti, fino all’ottimizzazione nell’utilizzo delle fonti energetiche e alla riduzione del consumo di energia. Fra i possibili sbocchi occupazionali di questi ingegneri figurano anche le aziende che gestiscono impianti di trattamento o smaltimento rifiuti in cui sono presenti processi di recupero energetico, con l’obiettivo di recuperare materia ed energia dai rifiuti, in una logica di ottimizzazione del ciclo integrato dei rifiuti. Nella nuova prospettiva dell’economia circolare, è possibile prevedere un’evoluzione del ruolo professionale di questi ingegneri anche verso il comparto della produzione di energia da biomasse e rifiuti, in una cornice di sviluppo sostenibile. Rilevanti, in questo senso, le prospettive di incremento della diffusione di impianti di produzione di energia quali gli impianti per il recupero energetico del biogas generato dai rifiuti raccolto dalle discariche (che rappresenta una buona fonte di energia in sostituzione dei combustibili fossili coerente con la nuova prospettiva dell’economia circolare e consente anche una sensibile riduzione dell’impatto ambientale contenendo notevolmente l’emissione di gas serra) e gli impianti a biomasse (intese come ogni sostanza organica di origine biologica che può essere utilizzata come fonte di energia o come materia prima in campo industriale) per la produzione di energia elettrica.Gli ingegneri energetici possono operare in contesti assai differenziati (aziende ESCO-Energy Service Company, laboratori ed enti di ricerca nel settore delle tecnologie energetiche, aziende di produzione dell’energia, ecc.), svolgendo una molteplicità di attività che vanno dallo studio dell’uso razionale dell’energia nei settori industriale e civile a quello delle tecnologie, della ricerca e dell’innovazione riguardanti le fonti energetiche fossili (petrolio, carbone, gas), le rinnovabili e l’energia nucleare, dal facility management all’ingegneria degli impianti, fino all’ottimizzazione nell’utilizzo delle fonti energetiche e alla riduzione del consumo di energia. Fra i possibili sbocchi occupazionali di questi ingegneri figurano anche le aziende che gestiscono impianti di trattamento o smaltimento rifiuti in cui sono presenti processi di recupero energetico, con l’obiettivo di recuperare materia ed energia dai rifiuti, in una logica di ottimizzazione del ciclo integrato dei rifiuti. Nella nuova prospettiva dell’economia circolare, è possibile prevedere un’evoluzione del ruolo professionale di questi ingegneri anche verso il comparto della produzione di energia da biomasse e rifiuti, in una cornice di sviluppo sostenibile. Rilevanti, in questo senso, le prospettive di incremento della diffusione di impianti di produzione di energia quali gli impianti per il recupero energetico del biogas generato dai rifiuti raccolto dalle discariche (che rappresenta una buona fonte di energia in sostituzione dei combustibili fossili coerente con la nuova prospettiva dell’economia circolare e consente anche una sensibile riduzione dell’impatto ambientale contenendo notevolmente l’emissione di gas serra) e gli impianti a biomasse (intese come ogni sostanza organica di origine biologica che può essere utilizzata come fonte di energia o come materia prima in campo industriale) per la produzione di energia elettrica.
[TEXT3] Di seguito i principali compiti che caratterizzano la UP individuata, così come risultanti dall'Indagine Campionaria sulle professioni realizzata congiuntamente dall’Isfol (ora INAPP) e dall’Istat nel 2014. Segue, il dettaglio delle indicazioni dei partecipanti al Tavolo in merito all'esistenza eventuale di compiti innovati rispetto a quelli già presenti e/o di compiti completamente nuovi.
- 'condurre attività di ricerca sulla produzione di energia nucleare
- curare i rapporti con le istituzioni nazionali ed internazionali di ricerca nel campo
- predisporre e presentare progetti di ricerca scientifica
- svolgere attività di simulazione e di sperimentazione
- realizzare studi di fattibilità
- effettuare rilievi, calcoli o misurazioni
- monitorare attività nucleari
- controllare o gestire la corretta applicazione delle norme sulla sicurezza
- verificare la rispondenza dei progetti ai contratti e l'efficienza dei risultati
- sovrintendere le attività di smaltimento delle scorie radioattive e dei rifiuti
- sovrintendere le attività di disarmo o di non proliferazione nucleare
- controllare il traffico illecito di materiali nucleari
- partecipare al dibattito scientifico (conferenze, convegni, seminari, ecc.)
- realizzare pubblicazioni scientifiche (articoli, saggi, ecc.)
- In un’ottica green e facendo riferimento al possibile ruolo degli ingegneri energetici nell’ambito del ciclo dei rifiuti, sembra opportuno aggiornare alcuni dei compiti identificati nel precedente aggiornamento della classificazione delle professioni. In primo luogo, l’ingegnere energetico non dovrà condurre attività di ricerca soltanto sulla produzione di energia nucleare, ma, al contrario, le attività di ricerca dovranno concentrarsi soprattutto sull’energia da fonti rinnovabili, come anche sull’efficientamento di processi di conversione energetica da fonti tradizionali. Inoltre, nel verificare la rispondenza dei progetti ai contratti e l'efficienza dei risultati, l’ingegnere energetico dovrà sempre più nel futuro prestare attenzione anche all’efficienza energetica, che acquisirà un ruolo chiave nella green economy. È, inoltre, opportuno focalizzare l’attenzione solo su alcuni dei compiti identificati, non prendendo in esame quelli collegati all’energia nucleare (monitorare attività nucleari, sovrintendere le attività di smaltimento delle scorie radioattive e dei rifiuti e le attività di disarmo o di non proliferazione nucleare, controllare il traffico illecito di materiali nucleari, ecc.).
- A fronte di un set di compiti tradizionali già chiaramente delineato, si ritiene opportuno esplicitare fra i nuovi compiti degli ingegneri energetici quello di promuovere l'innovazione tecnologica e gestionale nel proprio ambito di attività. Sebbene l’attività degli ingegneri energetici consista anche nell’applicazione di tecniche consolidate, si ritiene, infatti, importante evidenziarne il possibile contributo nello sviluppo di tecnologie innovative, con impatti potenzialmente elevati soprattutto nell’ambito della green economy. Nell’ambito del ciclo dei rifiuti, appare opportuno identificare fra i nuovi compiti anche quello di progettare i processi biologici o termochimici economicamente sostenibili per la conversione di biomasse e rifiuti in nuovi materiali o di vettori energetici, all'interno di una cornice di sviluppo sostenibile
Tendenze del cambiamento rispetto alla rappresentazione attuale della Unità Professionale(*)
[TEXT4] Per quanto riguarda le conoscenze e le skill esse sono state analizzate per verificare la direzione assunta dal cambiamento anche in termini di incremento, mantenimento o diminuzione del peso di ognuna di esse, a partire da come sono attualmente declinate nella banca dati e relative alla Figura Professionale considerata. Le due tabelle seguenti contengono le prime 10 conoscenze e le prime 10 skill così come risultanti dall'Indagine Campionaria citata. In alcuni casi esse sono più di 10 in ragione del fatto che si è scelto di utilizzare il 10° valore, che in alcuni casi può riguardare più una conoscenza o skill. L'ordine delle conoscenze e delle skill è determinato dal fattore importanza.
[TEXT5] In alcuni casi sono indicate ulteriori conoscenze e competenze che i partecipanti al Tavolo hanno considerato come necessarie nel futuro scenario e non presenti tra le prime 10 individuate dall'Indagine.
[TEXT6] INDICAZIONI PER IL SISTEMA DELL’EDUCATION
È necessario sottolineare che il background degli ingegneri energetici e nucleari è sostanzialmente lo stesso: sono entrambi esperti di impianti energetici. A differenza dell’ingegnere nucleare in senso stretto, che vedrà il suo ambito prevalente di intervento nel campo dell’energia, l’ingegnere energetico sarà una figura in ascesa, svolgendo un ruolo rilevante nell’ambito del ciclo dei rifiuti, dando sostegno a un modello di economia circolare basato sulla valorizzazione e sul riutilizzo, a fini di produzione dell’energia, dei rifiuti e degli scarti. È necessario, però, tenere presente che esiste una distinzione a livello di laurea magistrale tra ingegneria energetica ed ingegneria nucleare, ma il corso di laurea può essere lo stesso (come, ad esempio, “ingegneria energetica”) e il titolo di laurea che ne deriva è per tutti “ingegnere energetico e nucleare”. Ciò significa che chi ha scelto un corso magistrale legato all’energia nucleare avrà comunque modo di affacciarsi all’ambito del ciclo dei rifiuti. In questo senso, quella dell’“ingegnere energetico” sarà una figura professionale in ascesa di particolare rilievo nell’ambito della green economy, sapendo che questa figura professionale può contenere in sé ingegneri che hanno scelto corsi di laurea con orientamenti diversi, ma con elementi strettamente in comune. Per poter approfondire le tematiche green risulta utile, peraltro, fare riferimento a percorsi formativi post lauream ad hoc (master, ecc.)
[LEGENDA] Fonte: INAPP in collaborazione con esperti di settore delle istituzioni, parti sociali e mondo imprenditoriale ed accademico