Le professioni comprese in questa unità conducono ricerche ovvero applicano le conoscenze esistenti nel campo della pianificazione urbana e del territorio, della progettazione, della costruzione e della manutenzione di edifici, strade, ferrovie, aeroporti, ponti e sistemi per lo smaltimento dei rifiuti e di altre costruzioni civili e industriali. Definiscono e progettano standard e procedure per garantire la funzionalità e la sicurezza delle strutture. Progettano soluzioni per prevenire, controllare o risanare gli impatti negativi dell'attività antropica sull'ambiente; conducono valutazioni di impatto ambientale di progetti ed opere dell'ingegneria civile o di altre attività; si occupano di prevenzione e risanamento dei fenomeni di dissesto idrogeologico e instabilità dei versanti, di sistemazione e gestione dei bacini idrografici. Sovrintendono e dirigono tali attività.
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Nuovo sistema di competenze
[TEXT1] Oltre a un insieme di competenze tradizionali, proprie di questa figura di ingegnere, in un’ottica green le nuove competenze da sviluppare sono legate soprattutto alla capacità di applicare metodi e strumenti di economia circolare alle attività svolte (di natura sia progettuale che esecutiva) e alla capacità di valutare adeguatamente l’impatto ambientale di piani e progetti. In questo senso, come per tutte le figure che si occupano di progettazione, anche per questi ingegneri sarà necessario integrare il proprio bagaglio tradizionale di competenze con competenze specifiche in eco-design, inteso come la capacità di progettare prodotti e manufatti a basso impatto ambientale, costruiti cioè secondo criteri di impiego minimo di materie prime e di energia, e il cui utilizzo consente la riduzione di consumi (ancora, di energia e risorse ambientali) e di emissioni e, soprattutto, pensati a monte in modo da essere facilmente “riconvertiti” una volta che il prodotto ha esaurito le sue capacità di impiego (perché composto da materiali facilmente separabili e riutilizzabili oppure naturali e biodegradabili, ecc.).
[TEXT2]
Ridefinizione degli assetti professionali
[LISTA 2]Gli ingegneri edili e ambientali rappresentano una figura professionale in ascesa nell’ambito della green economy, che dovrà evolversi in futuro in una direzione sempre più orientata verso il nuovo modello dell’economia circolare, basato sull’idea della separazione della crescita economica dallo sfruttamento delle risorse naturali e degli ecosistemi grazie ad un utilizzo più efficiente delle risorse stesse perseguendo gli obiettivi dell’estensione della vita dei prodotti, della produzione di beni di lunga durata, del ricondizionamento e della riduzione della produzione dei rifiuti. In particolare, una logica della gestione dei rifiuti secondo un approccio circolare si intreccerà con l’evoluzione del settore edilizio verso il “green building”, ovvero adottando approcci e metodologie sostenibili sotto il profilo ambientale e tenendo conto dell’intero ciclo di vita di un edificio, dalla costruzione alla gestione fino alla ristrutturazione e demolizione. Gli ingegneri edili e ambientali dovranno, dunque, in futuro operare, sia nell’ambito della ricerca e sviluppo che in quello della progettazione, nella logica del riutilizzo e della valorizzazione dei materiali da costruzione e demolizione e dedicare una specifica attenzione alla sostenibilità e agli impatti ambientali degli interventi progettati e realizzati.
[TEXT3] Di seguito i principali compiti che caratterizzano la UP individuata, così come risultanti dall'Indagine Campionaria sulle professioni realizzata congiuntamente dall’Isfol (ora INAPP) e dall’Istat nel 2014. Segue, il dettaglio delle indicazioni dei partecipanti al Tavolo in merito all'esistenza eventuale di compiti innovati rispetto a quelli già presenti e/o di compiti completamente nuovi.
- progettare e dirigere lavori edili o di ingegneria civile
- effettuare ricerche sulle caratteristiche tecnologiche di materiali e sui processi di lavorazione
- effettuare rilievi, calcoli o misurazioni
- fare sopralluoghi presso i cantieri
- redigere e presentare documenti tecnici (verbali sulla situazione del cantiere, studi di fattibilità, di impatto ambientale, ecc.)
- eseguire collaudi e verificare la funzionalità e la sicurezza delle strutture
- dirigere attività di manutenzione di edifici o di altre opere civili
- predisporre perizie (per tribunali, imprese, ecc.)
- predisporre i capitolati delle gare pubbliche
- Con riferimento alle attività svolte nell’ambito settoriale del ciclo dei rifiuti, i compiti tradizionalmente svolti dagli ingegneri edili e ambientali – effettuare ricerche sulle caratteristiche tecnologiche di materiali e sui processi di lavorazione, dirigere attività di manutenzione di edifici o di altre opere civili, redigere e presentare documenti tecnici inclusi studi di fattibilità e valutazioni di impatto ambientale, ma anche predisporre i capitolati delle gare pubbliche – possono essere ritenuti ancora validi e attuali, anche se dovranno essere opportunamente aggiornati alla luce della crescente affermazione di una logica di circular economy e dei principi di sostenibilità ambientale e del peso crescente da questi assunto nell’ambito del ciclo dei rifiuti.
- Coerentemente con l’evoluzione del ruolo professionale già delineata, gli ingegneri edili e ambientali dovranno anche svolgere nuovi compiti per poter operare in maniera efficace nell’ambito del ciclo dei rifiuti. In particolare, dovranno: conoscere e applicare metodi e strumenti di economia circolare; riutilizzare e valorizzare i materiali da costruzione e demolizione; progettare e realizzare interventi di decostruzione e dismissione di manufatti in ambienti di vita confinato, garantendo la valorizzazione e la riutilizzazione dei materiali recuperati (scarti da costruzione e demolizione); valutare l’impatto ambientale di piani e progetti; ricercare e individuare le tecnologie più avanzate per garantire una riduzione dei rifiuti e un basso impatto ambientale; conoscere e applicare le normative vigenti; conoscere e applicare metodi e strumenti di soluzione dei conflitti e strumenti di comunicazione; promuovere l'innovazione tecnologica e gestionale nel proprio ambito di attività; progettare ed eseguire opere di bonifica.
Tendenze del cambiamento rispetto alla rappresentazione attuale della Unità Professionale(*)
[TEXT4] Per quanto riguarda le conoscenze e le skill esse sono state analizzate per verificare la direzione assunta dal cambiamento anche in termini di incremento, mantenimento o diminuzione del peso di ognuna di esse, a partire da come sono attualmente declinate nella banca dati e relative alla Figura Professionale considerata. Le due tabelle seguenti contengono le prime 10 conoscenze e le prime 10 skill così come risultanti dall'Indagine Campionaria citata. In alcuni casi esse sono più di 10 in ragione del fatto che si è scelto di utilizzare il 10° valore, che in alcuni casi può riguardare più una conoscenza o skill. L'ordine delle conoscenze e delle skill è determinato dal fattore importanza.
[TEXT5] In alcuni casi sono indicate ulteriori conoscenze e competenze che i partecipanti al Tavolo hanno considerato come necessarie nel futuro scenario e non presenti tra le prime 10 individuate dall'Indagine.
[TEXT6] INDICAZIONI PER IL SISTEMA DELL’EDUCATION
In futuro questa figura professionale, che già si contraddistingueva per un alto livello di qualificazione (laurea specialistica), dovrà acquisire skills sempre più elevate e specialistiche per poter operare nell’ambito della green economy. Sarà, dunque, sempre più necessario in futuro acquisire competenze post lauream relative ai principi dell’economia circolare, per le quali sarà opportuno prevedere percorsi formativi di specializzazione ad hoc. Inoltre, la conoscenza e l’applicazione delle normative in essere costituirà per il futuro un elemento base della formazione, essenziale per l’operatività di questa figura professionale.
[LEGENDA] Fonte: INAPP in collaborazione con esperti di settore delle istituzioni, parti sociali e mondo imprenditoriale ed accademico