Nello spazio istituzionale dedicato da Inapp ai ‘Seminari del giovedì’, Massimiliano Deidda (Inapp) ha presentato il lavoro “Occupazione giovanile in Italia. Valutazione controfattuale dell’impatto degli incentivi all’assunzione e della riduzione dell’EPL ” co-autorato con Marco centra (Inapp), Valentina Gualtieri (Inapp), Sergio Scicchitano (Inapp), Claudia Villosio (Collegio Carlo Alberto) e Francesco Trentini (Collegio Carlo Alberto). I lavori, che si sono svolti in lingua italiana, sono stati introdotti dal Presidente dell’Inapp Prof. Sebastiano Fadda ed hanno registrato la presenza, nella Sala dell’Auditorium dell’Inapp e in collegamento telematico, di numerosi rappresentanti della comunità scientifica, dell’accademia e degli stakeholders che hanno animato il dibattito finale moderato dalla Ricercatrice dell’Inapp Irene Brunetti.
Lo studio, finanziato da “EEA and Norway grants fund for youth employment active youth, Call for proposals – Full proposal call no. 2017-1b Project index no.: 2017-1-008 , è stato condotto dall’Inapp in collaborazione con il Collegio Carlo Alberto, ed è stato realizzato sulla base di dati amministrativi pubblici analizzati con metodologia controfattuale al fine di valutare l’impatto sull’occupazione giovanile di due politiche pubbliche destinate a favorire la domanda di lavoro in Italia nel 2015: l’esonero dei contributi previdenziali (Legge 190/2014, art. 1, c. 118) e la riduzione dei costi dei licenziamenti per i datori di lavoro (D. lgs n. 23/2015 e Legge 183/2014). I risultati della valutazione sono coerenti con quanto stimato in altri precedenti studi disponibili in letteratura e dimostrano che l’introduzione delle due politiche ha avuto un impatto positivo sulla quota di nuove assunzioni a tempo indeterminato rispetto al totale dei contratti di lavoro dipendente registrati nel 2015. Dalle stime emerge che l’impatto delle modifiche normative sulla quota di lavoratori assunti con contratto di lavoro dipendente a tempo indeterminato è stato maggiore per le persone di età compresa tra i 15 e i 34 anni (aumento del 12%) rispetto all’intera popolazione (+9,9%). Tuttavia, l’impatto positivo è risultato inferiore per le giovani donne (+ 7,6%) rispetto ai giovani maschi (+ 14,5%).